I (interlocutore): Che cosa fai di lavoro?
F (Francesca): Sono ricercatrice in filosofia del diritto
L’Interlocutore assume un’aria perplessa, aggrotta le sopraciglia, storce la bocca, se è un uomo e ha la barba, se la gratta. A questo punto il dialogo può assumere una delle due seguenti direzioni:
Opzione A (la più rara e la più favorevole):
I (con aria sardonica, di quello che la sa lunga): Esiste una filosofia del diritto?
F (con aria decisa, di quella che non cíha voglia): Si
Se mi va bene finisce lì, l’Interlocutore mi cataloga tra le persone sospette, assume una prudenziale distanza fisica e distoglie lo sguardo. Se mi va male si ricade nell’opzione B.
Opzione B:
I: Sarebbe?
La mia risposta standard è più tautologica che evasiva
F: I problemi filosofici legati al diritto – con ampio gesto rotatorio della mano destra
A questo punto o l’Interlocutore mi cataloga tra le persone sospette, assume una prudenziale distanza fisica e distoglie lo sguardo, oppure inizia a parlarmi di quanto lo affasci la filosofia orientale (non la conosco) o di quanto gli sia piaciuto Nietzsche (ho letto solo Così parlò Zaratustra e l’ho trovato indigeribile), ma io comunque annuisco.
I primi tempi provavo ad essere più precisa, a specificare che mi occupo di filosofia analitica del diritto, che studio i problemi legati ai concetti giuridici e, in generale, al linguaggio in cui il diritto è formulato, però (i) facevo la figura della saccente; (ii) l’Interlocutore non si limitava a catalogarmi tra le persone sospette e ad assumere una distanza fisica a prova di pistola automatica di piccolo calibro, ma si guardava altresì intorno in cerca di aiuto. Una volta, poi, mi hanno anche detto
I: Ma ti pagano per questo?î
F: Si. Ma pochissimoî
Qualche volta ho anche provato a rispondere solo
F: Sono ricercatrice universitaria (punto)
Però, allora, si mettevano a parlare di sangue, urine, cuori e frattaglie – evidentemente non si concepisce altra ricerca che quella medica.
Comunque mio marito non è messo meglio: è search marketing specialist (sulla carta d’identità ha scritto: redattore capo).
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a me pure va malissimo. quando sono esasperata dico che mi pagano per guardare la TV…
…immagino che faccie faranno!